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Seripando, Geròlamo.

Al secolo Troiano. Teologo, filosofo e predicatore controriformista italiano. Entrato nell'ordine degli Agostiniani nel 1507, fu consacrato sacerdote nel 1513; perfezionati gli studi di grammatica, giurisprudenza, teologia e filosofia, alcuni anni dopo iniziò un'intensa attività di predicazione. Professore di Teologia all'università di Bologna dal 1518, nel 1523 passò a Roma e successivamente a Napoli per assumere la carica di vicario generale dell'ordine. Pur non condividendone le posizioni eterodosse, subì l'influenza di J. de Valdés e fu un fervente sostenitore della riforma della Chiesa. Nel 1538 fu nominato priore generale dell'ordine e visitò i monasteri agostiniani sparsi in Italia, Francia, Spagna, volendo iniziare da essi la riforma che auspicava. A partire dal 1542 prese parte attiva ai lavori del Concilio di Trento e intervenne in varie occasioni per sottolineare l'importanza della predicazione e la necessità di affidare quest'ultima al clero regolare. Ritornato a Napoli, lasciò la carica di generale dell'ordine e fu nominato arcivescovo di Salerno (1554). Creato cardinale da Pio IV nel 1561, divenne legato pontificio al Concilio. Risale a questo periodo la fondazione della tipografia vaticana che S. intendeva destinare principalmente alla stampa di edizioni canoniche di libri sacri da contrapporre alle edizioni protestanti; la direzione della tipografia venne affidata a Paolo Manuzio. Con rigore formale ma con spirito di tolleranza, si impegnò a fondo nei lavori conciliari, cercando di comporre i contrasti e di trovare punti di convergenza fra tesi opposte. Tra l'altro, fece sancire l'obbligo della residenza per i vescovi. La maggior parte delle sue opere furono pubblicate postume. Tra esse si ricordano: Novae costitutiones Ordinis Augustiniani (1549); Commentarium in epistulam divi Pauli ad Galatas (1569); In divi Pauli Epistulas ad Romanos et Galatas commentaria (1601); De arte orandi, seu expositio symboli Apostolorum (1689). Rimangono inedite varie prediche, oltre al Diario e al Carteggio, conservati nella biblioteca nazionale di Napoli (Napoli 1493 - Trento 1563).